giovedì 9 aprile 2020

Menta na-nah!

Quel giornalista non ha abbastanza empatia per accorgersi che parla di guerre da doversi vincere a priori sopra di ogni cosa... come se fossero ovvie. Che io sappia, come molte cose presenti nella storia di cui non vi siano serviti ne gli excursus e ne le glorie, alcune sono state ben ottenute anche senza combatterne nel senso stretto di uccidere nessuno; alcune, haime poche con neanche un tafferuglio.
Forse qualche litigio od insulto.
Ovvero, penso, che senza alcuno spargere di niun sofferente, senonche null'altro che parole o verso, Beh, si siano fatte e progredite comunità ed idee per intero. 
Si potrebbe chiamarlo dunque progresso. Escludendo in toto la guerra?
Perché la guerra sarebbe così...ovvia ?oppure...fascinosa? Nella dialettica di tale persona? Di tale cronaca? Di tweet a ricercar di influenzar personam?
Mi domando come viva quel uomo e quale animo lo convinca, o lo stimoli, a senstirsi a tal modo utile al prossimo!!!
Dimentico come egli è che prima di tutto (ma a quanto pare dopo il verbo primo), risiede sempre quel mistero dell' esistenza che anche è ultimo. A seguire dopo questo, si pone subito sotto a parimerito la difficoltà di condividerne l'esperienza con e per chi così di certo non la pensa.
Non si accorge quella specie di radicante arrapicatore ed invadente invasore, un giornalista si diceva Allora, che la seconda (il mistero) andrebbe sempre posta come di una pagina fa lo scrittore; ricercata ed allora poi forse...con animo piu onesto e sincero si potra dire o affermare, scrivendoci sopra, anche qualche cazzata la quale sia però, almeno simpatica, direi...

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